Golfo dei Poeti news ha avuto il piacere di intervistare un autorevole lericino: l’ambasciatore e consigliere Nato Stefano Stefanini

Da sinistra gli ambasciatori Luca Ferrari e Stefano Stefanini

Si è svolto sabato sera 19 agosto alla Rotonda Vassallo a Lerici un dialogo sulla geopolitica internazionale intitolato “Dal Golfo alla Grande Muraglia’, con la partecipazione degli ambasciatori Stefano Stefanini (la cui intervista è riportata qui di seguito) e Luca Ferrari (presto pubblicheremo anche la sua intervista).
Ci teniamo a sottolineare che, nel numero di maggio 2009, quando il mensile Lerici In era appena stato lanciato, avevamo già pubblicato un articolo redatto dall’ambasciatore Stefanini (la sottoscritta è stata anche collaboratrice di quel mensile dal primo numero).

Ambasciatore Stefanini ho qui il suo articolo che scrisse quasi 15 anni fa per Lerici in in cui parlava con nostalgia dei suoi anni passati alla scuola di Lerici in piazza Bacigalupi e della sua carriera come ambasciatore. Direttore del giornale era ed è mio papà Sandro Fascinelli. Ora mi trovo io Luisa, da poco a dirigere Golfo dei Poeti news, e con la possibilità di poterla intervistare per la mia rivista online che ha ampliato l’interesse a tutto il nostro Golfo.

Le chiedo di volerci spiegare come sono cambiati in questi ultimi 15 anni i rapporti tra le grandi potenze Stati Uniti d’America, Russia e Cina?
Sono tornati a quello  che sono stati normalmente durante la maggior parte della storia cioè a 15 anni fa, un periodo in cui si era  aperta una prospettiva di coesistenza e collaborazione virtuosa tra le grandi potenze. In questi 15 anni si è tornati a una competizione di potere che, come abbiamo visto due anni fa con l’invasione dell’Ucraina del 20 febbraio 2022, può portare anche a guerre d’aggressione, quindi in questo momento abbiamo uno scenario internazionale che è dominato dalla competizione ai limiti del conflitto fra le grandi potenze.

L’ambasciatrice Stefanini all’epoca del suo articolo nel 2009 a Lerici In

Cosa può fare l’Italia per la pace in Europa e in Africa?
L’Italia da sola può far poco.  Per  quanto riguarda l’Europa la pace è stata rotta dall’invasione russa dell’Ucraina e quello che può fare l’Italia, come sta facendo, è di rafforzare la Nato e l’Unione Europea per creare una deterrenza che ha funzionato in passato nei confronti di eventuali altri disegni aggressivi da parte della Russia. In questo momento, la risposta per la pace europea, è rafforzare la deterrenza e poi appena possibile ricominciare a ricostruire quell’architettura di sicurezza che era stata pazientemente costruita con una serie di trattati ormai tutti disattesi durante la guerra fredda. Il fatto che fosse stata ricostruita quell’architettura di sicurezza durante la guerra fredda, dimostra che si può trattare anche tra avversari
In Africa mi sembra che l’Italia stia proponendo adesso il cosiddetto Piano Mattei, che ha in mente una cooperazione rafforzata con i paesi africani, non soltanto per fare dell’Italia uno snodo energetico di forniture di gas che vengono dal sud ma anche per un rapporto di cooperazione e di sviluppo con i paesi africani che serva non a eliminare ma a regolare e disciplinare.  Altro grande problema è quello dell’immigrazione
Il terzo problema  è quello della sicurezza perché c’è tutta fascia dei paesi africani del Sahel in cui si è creata una forte penetrazione jihadista che si  è affacciata anche in Libia. È  un problema che l’Italia non può affrontare da sola deve farlo nell’ambito dell’Unione Europea e della Nato.

All’epoca ci disse che avrebbe dovuto incontrare il vice presidente Biden alla Nato. Che impressione ne ha riportato all’ora? Il suo giudizio nei suoi confronti dopo 15 anni è restato immutato o è cambiato adesso che è presidente degli Stati Uniti?
In effetti lo incontrai di nuovo quando rappresentò la vice presidenza degli Stati Uniti alle celebrazioni del 156º anniversario dell’Unita d’Italia, io avevo lasciato la Nato ero diventato consigliere diplomatico del presidente Napolitano. Il giudizio era positivo allora e rimane uguale adesso, ha avuto il grandissimo merito di strappare la presidenza a Trump, basterebbe quello per fargli un monumento. Ha affrontato delle elezioni difficili, non si era mai visto un candidato alla presidenza della sua età.  A suo favore ha un buon bilancio di politica estera, soprattutto come ha gestito il conflitto in Ucraina. L’economia è un interrogativo. Però, se l’inflazione  degli Stati Uniti sta calando senza che ci sia stata una stretta recessiva, gli Stati Uniti hanno una situazione che ci farebbe sognare: la disoccupazione al 3,5 % e ha  anche buone probabilità di vincere le elezioni nel 2024.

Come vede il futuro dei rapporti tra Unione Europea e gli Stati Uniti e la Russia nei confronti della guerra in Ucraina?
In questo momento gli Stati Uniti e l’Unione Europea sostengono l’Ucraina nella guerra con la Russia, evitando accuratamente di entrare in guerra con la Russia. Si è creata, con Vladimir Putin alla presidenza, la circostanza che ora il dialogo è impossibile, se poi Vladimir Putin mettesse piede in Italia noi lo dovremo arrestare in quanto è colpito da un mandato di cattura internazionale.  Bisognerà negoziare purché si negozi con tutti chiaramente ma ora è un dialogo di incomunicabilità.

Come vede il conflitto in Ucraina? La pace è vicina o lontana?
La pace è lontana. La pace, nel senso di un trattato di pace in cui l’Ucraina e la Russia trovino una soluzione per tutte le cose su cui non sono d’accordo, in particolare l’annessione da parte Russa della Crimea e dei territori del Donbass, non è all’orizzonte. Sarà possibile solo a fine anno quando si sarà esaurita, arrivando dove arriverà, la controffensiva Ucraina. Ho scritto un articolo per La Stampa che è uscito sabato, si potrebbe pensare a un armistizio ma un armistizio non significa pace. Armistizio significa semplicemente cessazione delle ostilità. Esempio di armistizio senza pace è quello coreano, che però dura da 70/75 anni mi sembra. 

Da sx l’ambasciatore Ferrari, il sindaco Paoletti, a dx l’ambasciatore Stefanini

Il sindaco Leonardo Paoletti citando l’ambasciatore lericino commenta così questo evento: desidero ringraziare in modo particolare l’ambasciatore  Stefanini, lericino doc che ha portato il nome di Lerici nel mondo della politica e delle relazioni di altissimo livello e che oggi, porta a Lerici personalità di primo piano del mondo diplomatico.

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Luisa Fascinelli

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