**SPECIAL CHRISTMAS TIME WITH SAVE THE DOGS**

Per sensibilizzare sempre più persone, l’organizzazione “Save the Dogs” ha creato un Calendario dell’Avvento speciale per il periodo natalizio. Clicca qui per seguirlo e pensa anche a loro durante le festività facendo una donazione. Ricorda: fare del bene porta bene.

Noi di Golfo dei Poeti news, siamo costantemente impegnati a dare visibilità a donne che si distinguono per la loro attività di volontariato. Questa volta, vogliamo mettere in luce l’eccezionale impegno di Sara Turetta fondatrice e presidente di “Save the Dogs“. Sara si dedica con passione, in collaborazione con veterinari e volontari, ad aiutare e salvare cani e gatti in difficoltà, dimostrando così di aver fatto veramente la differenza. Andiamo ora a esplorare nel dettaglio come ha preso avvio la sua esperienza di attivista.

Volontari Save the dogs

Sara Turetta, già presente come volontaria nel sostegno dei rifugi a Bucarest, viene contattata da una famiglia italiana residente a Cernavoda, in uno stato di disperazione. Le strade della città erano tristemente affollate dai corpi di randagi avvelenati dagli operatori del Comune, una situazione che si ripeteva in tutto il paese con modalità simili. Rendendosi conto della possibilità di avviare un dialogo costruttivo con l’Amministrazione Comunale, Sara si fece promotrice di un accordo nel maggio del 2002: grazie a finanziamenti esteri, venne messa in atto un’incisiva campagna di sterilizzazione. Questa iniziativa, finanziata dall’estero, ebbe l’obiettivo di prevenire l’uccisione dei circa 2.000 randagi che vagavano per le strade della città. Per sapere tutto sulla sua storia e quella di “Save the dogs” cliccate qui

Cani randagi in attesa del cibo quotidiano

Ringraziamo Sara Turetta per averci gentilmente rilasciato un’intervista dettagliata ed esaustiva riguardo la sua attività e le sfide ad essa collegate, nonché su come affrontarle efficacemente anche in Italia.

D.: Potresti spiegarci quali sono le principali sfide legate al randagismo in Romania e in Italia e come la fondazione “Save the Dogs” affronta questa problematica?

R.: Alla base del fenomeno del randagismo felino e canino c’è il mancato controllo delle nascite. “Save the Dogs” in tutti i paesi in cui opera (Romania, Ucraina e Italia) si concentra su questo aspetto assai trascurato dalla maggior parte delle associazioni: offrire sterilizzazioni gratuite attraverso i veterinari del proprio staff o che collaborano con noi. In questo modo si hanno due benefici: si riducono sensibilmente le cucciolate casalinghe, vera piaga che nessun governo sembra voler affrontare che alimenta gli ingressi nei canili e nei gattili, e si diffonde una “buona pratica” verso la quale c’è ancora una grande resistenza culturale.

D.: Qual è la tua opinione sulla situazione italiana degli animali? C’è qualche aspetto positivo o negativo che vorresti evidenziare o condividere con il pubblico italiano?

R.: Il dato positivo è che sempre più canili collaborano stabilmente con educatori cinofili professionali, il che aumenta il tasso di adottabilità degli animali, spesso non socializzati o traumatizzati da esperienze passate. Il dato negativo è che la politica (di tutti i colori) continua a non affrontare il tema del sovrappopolamento canino e felino, mentre andrebbe rivista la Legge 281/91, vecchia di 30 anni e piena di lacune. Non si può delegare alle singole regioni una materia come quella degli animali da compagnia: la legge quadro deve mettere paletti più stringenti, affinché anche le regioni meno virtuose – dove sopravvivono canili con 3.000 animali prigionieri, come in Calabria  – cambino registro. 

L’entrata della clinica a Cernavoda

D.: In che modo “Save the Dogs” ha contribuito o sta contribuendo a fornire assistenza agli animali in Ucraina in seguito alla guerra? Quali sono le principali sfide che avete affrontato in questo contesto?

R.: Dall’inizio del conflitto abbiamo inviato quantità importanti di cibo (siamo a 970 tonnellate), per far sopravvivere 9.000 animali rimasti per strada o nei canili del Sud e dell’Est. Nel frattempo, attraverso una rete di volontari e associazioni locali che abbiamo incontrato e conosciuto personalmente, sono stati sterilizzati 2.000 animali e contiamo di sfiorare i 3.000 entro fine anno. La vera emergenza è proprio quella del randagismo, già grave prima della guerra e ora totalmente fuori controllo per i tanti animali rimasti indietro. Purtroppo, non potremo andare avanti a questo ritmo ed è prevedibile che il nostro impegno diminuisca con il venir meno dei fondi disponibili per quel paese. Oggi, tra l’altro, siamo alla vigilia di una nuova legislazione in Ucraina che renderà più difficile mandare aiuti “umanitari”: siamo in attesa di scoprire cosa accadrà. 

D.: Parlando di adozioni, come “Save the Dogs” gestisce il processo di adozione per gli animali salvati? Quali sono i passi chiave che coinvolgono le adozioni e da dove vengono più frequentemente le richieste? 

R.: In Romania la quasi totalità delle adozioni, purtroppo, avviene all’estero, in particolare in Svezia. Abbiamo lavorato molti anni con la Germania, paese molto generoso nell’adottare cani dal sud e dall’est dell’Europa, ma l’associazione locale purtroppo ha chiuso le sue attività. Collaboriamo con un partner svedese dal 2004 ed è l’associazione del paese ricevente che seleziona le famiglie e le controlla, in base alle informazioni accurate che forniamo su ciascun animale. In Italia non ci occupiamo di adozioni, tranne che per una piccola quota dei nostri gatti accolti in Romania, a cui dobbiamo  necessariamente trovare una famiglia in Lombardia. Una persona del team specializzata nell’area felini è dedicata a questo. In Italia non gestiamo adozioni, ma diamo visibilità come possiamo ai partner del sud con cui collaboriamo per le sterilizzazioni. 

Un clochard con il suo cane


D.: Come è nata l’idea di creare un “Calendario dell’ avvento” tema animali? Qual è il messaggio che volete trasmettere attraverso queste storie?

R.: Si tratta di un modo positivo e pieno di speranza di mostrare il risultato del nostro lavoro in tutti e tre i paesi dove operiamo. raccontiamo storie di cani che senza il nostro aiuto non ce l’avrebbero fatta o che avrebbero avuto una vita meno dignitosa, per dare un volto alle sofferenze che riusciamo ad alleviare e mostrare come le donazioni delle persone vengono impiegate. Un racconto che dura 24 giorni e che attraversa l’Europa. E un modo per contrastare tutto il pessimismo e il dolore che vediamo intorno a noi…

D.: Infine, quali sono i tuoi obiettivi e le prospettive future per il lavoro di “Save the Dogs” in Romania, e come il pubblico italiano può offrire il proprio supporto?

R.: Sicuramente vogliamo potenziare i progetti in Italia, incrementare il numero di sterilizzazioni gratuite che eroghiamo in Campania e in Calabria e sviluppare altri progetti in cui aiutare umani e animali che soffrono insieme, ai margini della società. In Romania stiamo potenziando le attività sul territorio, gli interventi educativi e la collaborazione con le aziende: una fiscalità favorevole rende molto conveniente aiutare il non profit e ci auguriamo che le aziende italiane che hanno una sede in quel paese non siano insensibili rispetto a realtà non profit serie e trasparenti come “Save the Dogs”.

Nel 2005 Sara Turetta ha fondato l’associazione Save the Dogs and Other Animals. È stata insignita dei riconoscimenti: Premio Donne, Pace e Ambiente – Wangari Maathai (2012), Cavaliere dell’Ordine della Stella d’Italia (2012), Jeanne Marchig Award (2016) e Clarissa Baldwin International Award for Excellence in Animal Welfare (2017).  


Sara Turetta ha scritto un libro intitolato “I cani, la mia vita”, nel quale narra la sua storia e la dedizione che ha profuso, un impegno che ha trasformato radicalmente la sua vita. Il libro è stato anche pubblicato in rumeno con il titolo: “Urme de bucurie” Ed. Humanitas.
Per acquistarlo cliccate qui

La copertina del libro di Sara Turetta

Per aiutare, adottare e sostenere “Save the dogs” trovate tutte le info sul sito qui il link

Potete contattare e seguire sui socialSave the dogs” con il medesimo nome.

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Luisa Fascinelli