Maxi controlli della Guardia di Finanza
I finanzieri del Comando Provinciale di La Spezia, nel corso di un servizio volto al contrasto delle truffe in materia di reddito di cittadinanza, hanno denunciato alla competente Autorità Giudiziaria 32 soggetti di nazionalità rumena che, indebitamente, hanno percepito tale beneficio economico per un importo complessivo di circa 300 mila euro, 17 soggetti per il reato di sostituzione di persona e 6 per il reato di riciclaggio, per un totale complessivo di 55 soggetti denunciati.
I finanzieri della Compagnia di Sarzana, attraverso un capillare controllo del territorio nonché un’accurata attività info-investigativa di iniziativa, hanno individuato numerosi soggetti di nazionalità rumena recarsi, più volte, in diversi uffici postali al fine di ritirare la carta del reddito di cittadinanza.
I numerosi appostamenti nei pressi dei molteplici uffici postali e i successivi approfondimenti investigativi, hanno permesso di appurare che tali soggetti non erano in grado né di parlare né di comprendere la lingua italiana e, per ovviare a ciò, si facevano accompagnare da un loro connazionale che poteva fungere da “traduttore” nei dialoghi con gli operatori postali.
Tale circostanza ha fatto presumere agli investigatori del Corpo la possibile mancanza del requisito della residenza in Italia da almeno 10 anni e, pertanto, sono state intraprese ulteriori accurate attività di indagine.
I successivi accertamenti, eseguiti attraverso le numerose banche dati in uso al Corpo, hanno permesso di appurare che sia le DSU (Dichiarazione Sostitutiva Unica) che le domande di Reddito di cittadinanza presentate dai soggetti rumeni, riportavano false informazioni al fine di risultare cittadini italiani e percepire illecitamente il beneficio economico.
I soggetti che hanno indebitamente percepito il reddito di cittadinanza sono stati, quindi, denunciati alla Procura della Repubblica della Spezia per le violazioni previste dall’art. 7 del D.L. n. 4/2019, che sanziona con la reclusione da due a sei anni chiunque percepisca indebitamente tale beneficio. I finanzieri hanno, poi, segnalato alla competente Direzione Provinciale dell’INPS le medesime persone al fine di procedere al blocco dei contributi richiesti, evitando che venissero erogati indebitamente ulteriori 168.106 euro.
Gli sviluppi investigativi effettuati dai finanzieri hanno permesso di portare alla luce un vero e proprio sistema organizzato in cui gli indebiti percettori del reddito, grazie alla connivenza con altri soggetti, provvedevano immediatamente ad eseguire operazioni di ricarica delle proprie PostePay private scaricandole interamente del sussidio pubblico pre caricato.
L’attività ha, quindi, permesso di individuare ulteriori sei soggetti (sia italiani che rumeni) che, attraverso le movimentazioni monetarie ed i massicci prelievi di denaro contante, si sono resi responsabili del reato di riciclaggio (art. 648 bis) essendosi appropriati della somma di 105.250 euro e di nr. 17 soggetti, deferiti all’A.G. per il reato di sostituzione di persona (art. 494 c.p.), che prestavano la loro identità al fine di poter eseguire le operazioni di cui sopra.
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