Il Ferragnigate rivela nuove sfaccettature, sorprendendo chi pensava di conoscere già tutto.
L’uscita dell’Espresso con Chiara Ferragni in copertina truccata da Joker ricorda che non solo lei, ma molte cariche istituzionali e politiche sono state oggetto, in passato, di satire e caricature in prima pagina.
La richiesta di risarcimento da parte dei suoi avvocati, per la sua immagine denigrata, nel giorno della festa della donna, solleva questioni sulla libertà di cronaca e il diritto all’informazione dei giornalisti.
Le persone dovrebbero guardare oltre l’apparenza della copertina e approfondire, per comprendere appieno cosa si cela dietro l’impero di Chiara Ferragni e il mondo apparentemente scintillante, che potrebbe non essere così luminoso come sembra.
L’inchiesta promette di essere interessante soprattutto per comprendere i movimenti delle società che fino a pochi mesi fa erano attive con la stipulazione di contratti milionari. Il fatto che la procura stia allargando il campo delle indagini, fa pensare che ci potrebbero essere aspetti ancora da esplorare, che potrebbero gettare ulteriore luce su questa situazione complessa.
Anche l’inchiesta di Gabriele Parpiglia in parallela su RTL 102.5 al programma “Password” ha portato a rivelazioni significative sul caso Ferragnigate, con particolare attenzione a Fabio Mario Damato, braccio destro delle società della Ferragni.
Le rivelazioni di Parpiglia svelano una trama intricata di relazioni e spostamenti di potere all’interno delle società. L’influenza di Fabio Maria Damato, arrivato grazie all’ex fidanzato della Ferragni, Riccardo Pozzoli, e la sua successiva presa di potere, fanno emergere una storia poco limpida all’interno delle aziende e tra i dipendenti. Basti pensare che poi Damato è riuscito a fare fuori Pozzoli senza farsi troppi problemi.
Ulteriori fonti del giornalista Parpiglia indicano che Chiara Ferragni non è stata la figura predominante nelle decisioni e nella gestione delle sue società, affidandosi completamente al suo braccio destro. Fedez aveva visto lungo riguardo Damato, il quale aveva messo in guardia la moglie diverse volte nel non fidarsi completamente di lui, poiché vedeva atteggiamenti e comportamenti non consoni al ruolo di manager.
Gli ex dipendenti delle società Ferragni rivelano che Fabio Maria Damato aveva il controllo totale sul personale, sottopagandolo con compensi di 300 € mensili per gli stage e di 1500 € al mese di stipendio. Inoltre, imponeva l’obbligo di aprire la partita Iva e decideva a suo piacimento se concedere o meno il bonus natalizio.
Quando qualcuno si lamentava per il trattamento economico, Damato faceva notare che ci sarebbero state persone disposte a lavorare gratuitamente per le società di Chiara Ferragni e quindi con la possibilità di essere sostituiti facilmente.
Più il puzzle comincia a prendere forma, più emerge una Ferragni che sembra non conoscere affatto i dipendenti, nonostante andasse quasi tutti i giorni in ufficio. Questo lo si deduce anche da un episodio che viene raccontato a Parpiglia in cui una dipendente annunciava la sua gravidanza, e lei non conosceva neanche il nome di questa persona.
Certo che lascia alquanto basiti questa mancanza di coinvolgimento e interessamento sulla gestione delle società da parte della Ferragni e di come invece lasciasse il pieno controllo a Fabio Maria Damato. L’interesse della Ferragni per le sue aziende era piu concentrato sui risultati finanziari, trascurando altri aspetti che un amministratore delegato come lei non avrebbe mai dovuto tralasciare e sottovalutare.
Sono trascorsi tre mesi dalla multa dell’antitrust che Chiara Ferragni ha ricevuto il 15 dicembre 2023, ma le polemiche intorno a queste inchieste non solo non si placano, ma ogni giorno si aggiungono particolari e sfaccettature torbide su questo finto impero, che sembra si stia sciogliendo come neve al sole. Sono finiti i tempi delle vacanze con 20/30 persone a seguito, ora al suo seguito sono rimasti solo i suoi avvocati.
Qui il video della copertina Joker di Chiara Ferragni e le mie considerazioni
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Luisa Fascinelli